No al collocamento automatico e prevalente presso la madre per figli in tenera età.

No al collocamento automatico e prevalente presso la madre per figli in tenera età.

Una recentissima ordinanza della Corte di Cassazione, nr. 1486/2025, ha stabilito che il collocamento prevalente di un figlio minore presso la madre non può basarsi unicamente sulla tenera età del bambino. La decisione deve invece considerare concretamente il principio di bigenitorialità, garantendo un rapporto equilibrato con entrambi i genitori.

In un procedimento di separazione, una madre ha contestato l’affidamento condiviso con collocamento paritario stabilito dal Tribunale, sostenendo che la figlia, essendo in età prescolare, necessitasse di una maggiore presenza materna. La Corte d’Appello ha accolto la richiesta, modificando l’ordinanza e disponendo il collocamento prevalente presso la madre, riducendo così il tempo di frequentazione paterna a pochi giorni al mese.

Il padre ha impugnato la decisione davanti alla Cassazione, ritenendo che la Corte d’Appello avesse basato il proprio giudizio su un criterio astratto, ovvero l’età della minore, senza considerare la qualità della relazione tra padre e figlia e la reale capacità genitoriale di entrambi.

La decisione della Cassazione

La Suprema Corte ha rilevato che la Corte d’Appello ha adottato un criterio astratto, basato sulla sola età della minore, senza un’adeguata analisi della situazione familiare e della relazione con entrambi i genitori.

La Corte ha ribadito che le decisioni in materia di affidamento devono essere adottate esclusivamente nell’interesse morale e materiale del minore, che si realizza garantendo un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori. In questo caso, la decisione della Corte d’Appello ha pregiudicato la relazione tra padre e figlia senza motivazioni concrete, riducendo drasticamente il tempo di frequentazione paterna.

Per questi motivi, la Cassazione ha cassato la decisione di secondo grado e ha rinviato il caso alla Corte d’Appello affinché rivalutasse la questione in modo più approfondito e concreto, rispettando il principio di bigenitorialità.

La pronuncia della Cassazione segna un importante passo avanti nella tutela della bigenitorialità. L’idea che la madre debba avere un ruolo prioritario nell’affidamento di figli in età prescolare è ormai superata e non trova fondamento giuridico. Ogni decisione in materia di affidamento deve essere basata su un’analisi concreta della situazione familiare e delle capacità genitoriali, piuttosto che su presunzioni astratte.

Il diritto alla bigenitorialità non è solo un diritto dei genitori, ma soprattutto un diritto del minore, che deve poter mantenere un rapporto equilibrato con entrambi. La sentenza sottolinea che non si può limitare drasticamente la frequentazione con un genitore senza una motivazione solida e fondata su dati oggettivi.

Si tratta di un principio fondamentale che deve essere rispettato in ogni giudizio di separazione e affidamento, affinché i minori possano beneficiare di una crescita serena ed armoniosa con entrambi i genitori.

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